Quando il diabete
non insulino dipendente, come spesso accade, si accompagna a un peso
corporeo eccessivo, il dimagrire rappresenta la via maestra, sia che
si tratti di una forma di recente insorgenza, sia di un diabete così
avanzato da richiedere la somministrazione d’insulina.
Togliamoci subito
dalla testa che vi siano medicine che possano farci dimagrire senza
alcuna limitazione degli alimenti: pillole, erbe, pozioni, da
chiunque raccomandate, sono solo dei grossi imbrogli che non dovremmo
neanche prendere in considerazione. Unica via percorribile è quella
di mangiare non solo con la bocca, ma anche con il cervello.
Sì perché,
purtroppo, tutti mangiamo in modo emotivo lasciandoci trascinare da
impulsi interiori che nulla hanno a che fare con la necessità di
nutrimento. Molto spesso, infatti, mangiamo soltanto perché è l’ora
dei pasti, perché simpatici commensali sono seduti a tavola con noi,
per non dispiacere a chi ha cucinato il cibo o anche solo perché il
piatto si presenta carico di appetitose promesse o perché il suo
profumo ci seduce. E non è infrequente che, soprattutto l’obeso, a
poche ore dal pasto, quando certamente non v’è bisogno di
alimentarsi, senta imperioso il richiamo di un sostanzioso raid in
cucina, soltanto perché s’è sentito un po’ giù di corda,
incompreso, infelice o solamente inquieto. L’uomo è l’unico
animale del creato che utilizza il cibo per riacquistare l’equilibrio
psicologico in vario modo turbato.
Regola numero
uno, quindi: mangiare con la testa e non in modo irrazionale
permettendo che stimoli emotivi, sia di segno positivo (euforia,
soddisfazione), sia di segno negativo (inquietudine, frustrazione,
delusione), guidino la nostra forchetta. Il che significa scegliere
la qualità e la quantità del cibo con buon senso e con l’aiuto di
qualche indispensabile informazione tecnica. Anche se il nostro
medico ci ha già fornito una prescrizione dietetica più o meno
precisa, certamente è bene aver presenti alcune informazioni
preziose anche se in parte intuitive. Prima tra tutte quella che i
cibi non hanno tutti egual potere nutritivo. Se vogliamo usare un
termine tecnico, diciamo che le calorie che i vari alimenti ci
apportano differiscono da alimento ad alimento. Ben sappiamo che un
piatto di spaghetti ben cucinati ci appaga molto di più di un
piattone di insalata condito con un filo d’olio: pesano eguale ma
il primo fornisce 500 calorie, il secondo sì e no 100.
È chiaro allora
che dobbiamo fare molta attenzione con i cibi più ricchi di calorie
e far cadere la nostra scelta sopra quegli alimenti che per pesi e
volumi consistenti, non apportino calorie in eccessive quantità. I
cibi più calorici sono sia quelli prevalentemente grassi, sia quelli
con poche scorie. Tutti i condimenti, olii, burro, lardo, ecc., sono
costituiti esclusivamente da grassi e, se dobbiamo perdere peso,
dobbiamo ridurre fortemente il loro uso. Il che significa che
dobbiamo imparare a cucinare gli alimenti preferibilmente con
tecniche che non richiedano la presenza di grassi, a condire poco
insalate e verdure in genere, a evitare di raccogliere dal piatto
sughi e intingoli.
Ricordiamoci,
però, che i grassi sono presenti anche in molti altri alimenti: in
alcuni, come nelle uova, nella carne e nei salumi, in forma visibile;
in altri in forma non visibile, come nel pesce, nel latte e nei suoi
derivati. Ora, se è facile scartare la parte grassa di carne prima
della cottura e nel prosciutto quando giunge nel nostro piatto, è
impossibile farlo nei cibi nei quali il grasso non è visibile.
Perciò, se abbiamo la necessità di dimagrire, dobbiamo usare questi
cibi, particolarmente i formaggi, in quantità molto limitate.
Anche lo zucchero
e gli amidi, in quanto poveri d’acqua e di fibre, hanno una forte
concentrazione di elementi nutritivi: si masticano poco e ci danno
tante calorie. Per amidi, si sa, s’intendono la pasta, il riso, il
pane, le patate, la polenta, tutti gli alimenti che nella digestione
liberano glucosio e quindi determinano aumento della glicemia.
Soprattutto quando la loro cottura viene molto spinta, il loro
assorbimento è rapido quasi come quello dello zucchero e il
conseguente incremento glicemico elevato. Non sono veleno, d’accordo,
ma se vogliamo realizzare una significativa riduzione del
peso, il loro
apporto deve essere opportunamente ridotto.
E non
dimentichiamoci delle bevande: se non ci accontentiamo dell’acqua,
anche con il bere inevitabilmente introduciamo calorie perché
l’alcol è una buona fonte di calorie.
Anche le bevande
non alcoliche, che non siano l’acqua, quasi sempre contengono
zuccheri e
pertanto ci forniscono una buona manciata di calorie che ci vanno giù
quasi senza accorgercene.
Per motivi
opposti la verdura è molto adatta alla nostra alimentazione: in
tanto volume ci sono poche sostanze caloriche. Mastichiamo molto e
introduciamo poche calorie. Con le verdure e soprattutto con i legumi
(fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave e soia) la nostra
alimentazione si arricchisce di preziose fibre non digeribili i cui
effetti benefici sono ben noti alla medicina moderna tanto che il
loro consumo viene consigliato nella cura di alcune malattie
dell’apparato digerente, dall’ulcera duodenale alla stitichezza e
in malattie del ricambio come le dislipidemie, l’obesità
e,appunto, il diabete.
E la frutta?
Molti usano la frutta con abbondanza, pensando che possa essere
mangiata senza alcuna limitazione e scelgono soprattutto la mela,
perché la ritengono non molto zuccherina. Ma le tabelle dietetiche
non sono d’accordo in quanto tutta la frutta contiene sempre
discrete quantità di glucosio che, per di più, essendo libero,
viene assorbito molto velocemente.
Ma allora, si
dirà, dovremo come delle capre, mangiare solamente della insalata
per di più scondita?
Su, adesso non
esageriamo! D’accordo, quando un diabetico deve perdere peso non
esiste alcun alimento che possa essere mangiato a volontà, neanche
le verdure che, se poco condite, sono così poco caloriche, né tanto
meno la frutta, anche se la scegliamo poco dolce. Ma non esiste
neanche alcun alimento che non possa giungere nel nostro piatto;
purchè la sua quantità non vada oltre quella stabilita nella
prescrizione del nostro medico.
E poi non è
detto che la dieta che ci hanno prescritto per farci dimagrire sia
una condanna
all’ergastolo:
una volta raggiunto il peso ideale, il nostro medico potrà
concederci un’alimentazione meno severa e più appetitosa.
Dieci regole
d’oro per dimagrire
1) Non saltare i
pasti
2) Usare il meno
possibile i grassi di condimento
3) Togliere da
carni e salumi il grasso visibile
4) Limitare l’uso
di formaggi e latticini
5) Ridurre gli
amidi (pane, pasta, riso, patate) e cuocerli al dente
6) Dare ampio
spazio alle verdure e ai legumi
7) Non eccedere
nella frutta
8 ) Non bere
alcolici e bevande zuccherate
9) Alimentarsi
senza lasciarsi trascinare dalle emozioni
10) Imparare a
valutare con l’aiuto della bilancia il peso degli alimenti
Diamoci sotto, quindi, e raggiungiamo al più presto il traguardo prefissato !!
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